Lo ha ribadito Papa Francesco, nell’omelia della Messa del Crisma, che segna l’inizio del Triduo pasquale ed è tradizionalmente il momento in cui si rinnovano le promesse sacerdotali. “In questo momento sto facendo memoria di alcuni di voi che sono in crisi, disorientati e che non sanno come riprendere la strada in questa seconda unzione dello Spirito”, ha rivelato a braccio il Papa: “Questi fratelli io li ho presenti, semplicemente dico loro: coraggio, il Signore è più grande delle tue debolezze, dei tuoi peccati. Affidati al Signore, questa volta con l’unzione dello Spirito Santo, e lasciati chiamare una seconda volta. La doppia vita non ti aiuterà, buttare tutto dalla finestra nemmeno. Guarda avanti, lasciati accarezzare dall’unzione dello Spirito Santo”.

Il Signore “è il protagonista, ed è bello oggi riconoscere, oggi che rinnoviamo le promesse sacerdotali, che c’è lui all’inizio del suo ministero”, ha proseguito Francesco: “Senza di lui neppure la Chiesa sarebbe la Sposa vivente di Cristo, ma al più un’organizzazione religiosa, più o meno buona; non il Corpo di Cristo, ma un tempio costruito da mani d’uomo”, il monito di Francesco: “Non possiamo lasciarlo fuori casa o parcheggiarlo in qualche zona devozionale. Abbiamo bisogno ogni giorno di dire: ‘Vieni, perché senza la tua forza nulla è nell’uomo’. Lo Spirito del Signore Dio è sopra di me. Ciascuno di noi può dirlo; non è presunzione, ma realtà, in quanto ogni cristiano, in particolare ogni sacerdote, può fare proprie le parole che seguono: ‘perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione’. Senza merito, per pura grazia abbiamo ricevuto un’unzione che ci ha fatto padri e pastori nel Popolo santo di Dio”.